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Arrivo a Delhi


Niente è certo: gli orari di partenza degli aerei come il modo di attraversare una strada o i consigli dei passanti e le feste di fine anno. Regna un'anarchia organizzata, ognuno fa come gli pare.

L'aria di Delhi sa di fumo e ti si appiccica addosso. Non fa freddo ma nemmeno caldo. Tante facce scure, pelose, diverse dalle mie abitudini. Mi manca l'Asia di HK, Korea, Taiwan... qui è un'altra storia. In hotel è tutto approssimativo, compreso il costo e la pulizia. La prenotazione è per tre e si trova un letto solo e set per due, poi ci spaventano dicendo che di sera la polizia chiude tutte le vie per il capodanno e che dobbiamo rimanere in hotel per la cena stellata da 80 dollari a cranio... ma per fortuna rifiutiamo e usciamo nel caos di gente che suona trombette di plastica, impossibile capire che tipo di festa ci sarà. In ascensore incontriamo un italiano un po' confuso e felice perchè finalmente gli hanno dato il figlio adottivo di pochi anni e presto potrà ripartire per l'italia (dopo qualche giorno lo rivedremo con questo bambino scuro dai capelli nerissimi, ben pettinato e ben vestito che da solo procede intontito e a fatica per la sala della colazione dell'albergo... probabilmnete non è abituato alle scarpine e non ha mai visto tanto cibo tutto insieme).
Nel pomeriggio visitiamo un Baoli qui vicino (una sorta di raccoglietore d'acqua piovana o pozzo, trasformato in tempio e di solito molto scenografico), imponente e profondo, pieno di giovani a farsi selfie. Dobbiamo scansare i continui tentativi di informazioni fittizie da parte dei procacciatori di affari. Tutti, ma proprio tutti, cercano di indirizzarci nel presunto Ufficio Turistico Nazionale, dove alla fine ci lasciamo portare per scoprire che è una squallida agenzia turistica che cerca di venderci il suo pacchetto viaggio. E' un continuo dire timidiamente "No thank you", del resto sono le prime ore in una città caotica e piena di gente e occorre abituarsi (nei giorni successivi lo diremo con più sicurezza e spesso staremo in silenzio guardando negli occhi gli interlocutori che capiranno al volo e se ne andranno). Pranzo in una bettola a caso (tutto piccantissimo) e cena da McDonalds per far piacere al figlio e per fuggire al piccante. Nel centro di Connaught Place, in una nebbia densa e fumosa, oltre ai tanti giovani rumorosi si nota l'ingente dispiegamento di forze dell'ordine, molti furgoni delle televisioni satellitari e all'improvviso un uomo in divisa che cammina circondato da soldati e preceduto dal giornalista e dalla televisione. Non è una bella scena, sembra di ritrovarsi nell'imminenza di un colpo di stato, che però per fortuna non ci sarà! Prima di mezzanotte rientriamo tranquillamente in hotel dove possiamo osservare gente elegantissima in procinto di unirsi alle varie feste organizzate dall'hotel. Il primo giorno è andato.












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