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Sanjay Slum




Qui a Delhi, tramite un'associazione locale (Reality Tours & travel) è possibile visitare per un paio d'ore una baraccopoli a sud della città, uno slum (Sanjay Colony Slum Tour), se vogliamo chiamarla in inglese. È una bella esperienza. Ho trovato l'agenzia su internet, cercando tra le offerte di gite organizzate per turisti. Non è il tur più ambito, ma dovrebbe avere un discreto successo tra tedeschi, francesi e qualche italiano. Italiani, se andate a Delhi, fatelo, non costa molto ed è istruttivo! La guida era un ragazzo di 24 anni (Chitty, qui il suo profilo) e il gruppo era composto da noi tre più una mamma con figlia quattordicenne dalla Norvegia. Cinque turisti europei in giro per il quartiere di Okhla, una zona di interesse industriale dove varie aziende e multinazionali hanno fabbriche e capannoni. Ci si arriva comodamente in metropolitana in circa 40 min da Connaught Place. É periferia, si arriva in una strada polverosa, piena di bambini piuttosto polverosi pure loro che sorridono e giocano e salutano in inglese. Nessuno chiede soldi. Ci sono mucche e maiali e capre e cani per strada. Ma non è la baraccopoli, e solo il quartiere legale. La guida ci fa vedere l'attività principale delle donne della zona. Qualcuno compra per 7-8 dollari al kg sacconi di stoffe e scarti tessili, le donne per ore e giorni su montagne di stoffe separano per colore e materiali e recuperano il recuperabile. Per questo lavoro guadagnano 3-4 dollari al giorno. Poi lo stesso di prima rivende alle aziende il materiale separato a 30 dollari al kg. Direi un bel guadagno, no? Ovvio per gli individui, maschi, che comprano e poi ruvendono. Ci sono vicoli e vicoli di stoffe buttate per strada con donne sedute in sari, scure, che fanno andare mani e occhi. I bambini polverosi e sporchi giocano intorno, lontani dalle stoffe. Ad un certo punto inizia lo slum: una miriade di cubotti di mattoni rossi disposti su vari livelli, fino a quattro piani. Molte sono state colorate di giallo, blu, arancione per Divali, la festa indiana. L'insieme è gradevole. Si accede da stradine cementate che percorrono il labirintico slum. C'è tutto, luce, acqua, videocamere di sicurezza, lampioni, una scuola gratuita con pasto compreso, 5-6 punti medici gratuiti dove però le medicine si pagano (e chi lavora li guadagno con quello). Ogni blocco di casette ha un tetto piatto su cui si può salire e godere del panorama strano. Silenzioso, solo umani, niente macchine e clacson, persone sul tetto che lavorano, dormono, giocano e i cani sempre presenti arrotolati su se stessi a dormire. Tutto illegale. Ma evidentemente tollerato. Ci arrivano amazon, uber, e altri servizi di consegna, ma un'ambulanza ci mette tre ore per arrivare, se arriva. Ci sono templi hindu, ci sono negozi e laboratori vari dentro lo slum e c'è pure l'ufficio di Reality Tours con le aule di lingua e informatica per permettere ai giovani dello slum di studiare inglese e informatica e avere un futuro. Tantissimi bambini che dicono "hello" e ridono e stringono la mano. Sono circa 45 mila persone su una superficie di più o meno 40 campi di pallone... una densita superiore a Hong Kong, penso, senza però far uso di grattacieli!
L'insieme è positivo e piacevole. E' decisamente più squallido il fuori con vie sporche, fango e animali sporchi che rovistano tra cumuli di immondizie negli anfratti tra tra gli edifici di borsh e altre corporation.
Andateci e guardate il sito dell'associazione, si può prenotare e acquistare online tramite paypal, sono seri e affidabili, oltre che bravi. Ci sono anche altri tour più classici.








Qui sotto qualche immagine presa dal sito dell'associazione:



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