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Visualizzazione dei post da gennaio, 2020

Materiali

  E' l'ultimo post di questo mini blog. Sarebbe dovuto forse essere il primo, ma lo scrivo ora, a casa, ritornato da qualche giorno. E' l'elenco delle cose che ho letto e visto per prepararmi alla vacanza. Mi piace informarmi prima di finire in un luogo. Non sopporto i last minute presi a caso. Di un luogo che visito vorrei capirne di più e saper gestire la complessità e la varietà. Ovviamente non è sempre fattibile direttamente, allora aiutano i libri e i film e pure, anche se in parte, i profili facebook e Instagram di sconosciuti che vivono in quei luoghi. LIBRI 1) Delhi  di Rana Dasgupta Feltrinelli, 460 pagine - 2014 Ottimo racconto su Delhi, la storia, il boom economico, le trasformazioni ambientali e culturali, dal punto di vista di un inglese di origini indiane (mio coetaneo) che ad un certo punto della sua vita ha deciso di trasferirsi a vivere a Delhi e ne racconta le vicissitudini. 2) I Miei Luoghi di Annie Zaidi Metropoli d'Asia 312 pagin

Air India

Stare sette ore seduto in una scatola di plastica, metallo e tanti altri materiali che fluttua in aria, assieme a centinaia di altre persone che insieme a te condividono tutte quante lo stesso rischio di morte e/o di infortunio grave, be' ha il suo fascino e al tempo stesso fa orrore. Le statistiche rassicurano  dimostrando che l'aereo è il mezzo di trasporto più sicuro, che è molto più rischioso guidare un'auto o addiritttura attraversare una strada, tuttavia la sensazione di essere in alto tra terra e cielo, chiuso in una contenitore sigillato, senza vie di fuga è qulcosa che va oltre la ragione. Capita di pensarci mentre si è seduti sul veivolo e lo sconcerto si tramuta presto in ansia e paura, ogni tanto terrore. E se cade? che succede? come reagirò? Meglio non pensarci, altrimenti si fa fatica a salirci. Il problema è così diffuso, che il mercato sanitario ho introdotto la categoria di supporto psicologico per il turista, ossia una serie di tecniche per cercare di

File

  È ora di ritornare, dieci giorni nel bene e nel male sono passati. Fatto il check-out in hotel ci siamo avviati a piedi nella vicina fermata del treno express per l'aeroporto. Veloce, economico (150 rupie in tre), pulito e semi vuoto. Dopo venti minuti eccoci in aeroporto. Iniziano le code estenuanti e i controlli continui del passaporto. Prima fila all'ingresso delle partenze internazionali, un soldato legge i biglietti e il passaporto. Seconda fila , lentissima, al banco del check-in. Ci sono almeno dieci desk aperti e le persone in coda non sono una folla disumana... ma ci vuole un'ora e mezza di fila. Arrivati al desk capiamo: il personale di terra è flemmatico, si interrompono a vicenda per questioni tecniche che risolvono in pause lunghissime, parlano e ridono fra loro, naturalmente fermando ciò che stanno compiendo. Terza fila : controllo del passaporto e del visto. Un lungo serpente di viaggiatori. Altri 45 minuti di attesa con una donna asiatica che simul

Bambini per strada

  Ho visto bambini di 6-10 anni in cerchio condividere un tubetto di colla (fa molta impressione, ve lo assicuro). Ho visto due fratellini di 3-5 anni sul ciglio di una strada a doppia carreggiata, un vialone insomma, seduti di sera a scaldarsi col fuoco e manovrare una pentola, mentre i genitori sonnecchiavano sotto una tenda improvvisata fatta di plastica. Quello piccolo l'ho visto girarsi e,  non vedendo più la madre, scoppiare a piangere come tutti i bambini del mondo. Ho visto ragazzini come mio figlio, 13-14 anni, cercare di raccimolare soldi con l'occorrente per pulire le scarpe (come mi è ra già capitato vedere a Città del Messico). Ho visto una ragazzina, penso di 15 anni, sporchissima, scalza, con i capelli rigidi e incrostati venir tirata su da un conducente di risciò per evidenti esigenze fisiologiche, sue (del conducente). Ho visto un ragazzino di 8-9 anni nudo dalla cintola in giù,  accocolato in un'aiuola, defecare, un paio più piccoli visti in precedenz

Food

  A Delhi il cibo abbonda, di tutti i tipi e per tutte le tasche. Dai classici dosa allungati e farciti di cremine varie, ai chapati di pane da intingere in tutto e di più. C'è cibo per i carnivori ma tanto e forse di più per i vegetariani e pure vegani. Gli hindu sono tutto: carnivori, vegetariani o l'insieme dei due,  dipende dal tipo di divinità seguita ma principalmente dalla zona e dalla famiglia di origine. Ci sono invece i giainisti (la sesta religione dell'India, dopo hindu, musulmani, cristiani, buddisti e sikh) che sono tendenzialmente vegani e oltre... alcuni nemmeno mangiano le radici e i tuberi o le verdure fatte da piante intere e girano con mascherine sulla bocca per non mangiare accidentalmente mosche e moscerini oltre a pulire la strada prima di camminare per non uccidere gli insetti (ma sono rari e non è facile vederli). Tuttavia la modalità di fruizione del cibo è molto diversa: chi va nei ristoranti dei quartieri chic e non bada a spese (cucine stel

Modi

Mentre siamo a Delhi, nell'universita Neru (JNU) un gruppo di integralusti fascisti, una trentina di incappucciati muniti di bastoni e spranghe, entra indisturbato alle 17 della domenica nel dormitorio dell'università e spacca quello che trova, oggetti, gambe, braccia e teste di studenti e professori che in questo periodo manifestano contro il rincaro degli affitti e soprattutto contro lo scellerato tentativo del governo di discriminare i musulmani nella richiesta di cittadinanza, emendando la legge che ne regola l'assegnazione (Citizenship Amendment Bill - CAB). Questi incappucciati al loro arrivo trovano il quartiere buio perché i lampioni sono stati spenti per una strana coincidenza e la polizia assente, quando a Delhi è dovunque, pure nei cessi pubblici. Gli studenti iniziano ad intasare la polizia di chiamate ma questa ci metterà tre ore prima di intervenire perché, la scusa ufficiale, per entrare in università serve il mandato scritto di chissà quale autorità a

Sanjay Slum

  Qui a Delhi, tramite un'associazione locale ( Reality Tours & travel ) è possibile visitare per un paio d'ore una baraccopoli a sud della città, uno slum ( Sanjay Colony Slum Tour ), se vogliamo chiamarla in inglese. È una bella esperienza. Ho trovato l'agenzia su internet, cercando tra le offerte di gite organizzate per turisti. Non è il tur più ambito, ma dovrebbe avere un discreto successo tra tedeschi, francesi e qualche italiano. Italiani, se andate a Delhi, fatelo, non costa molto ed è istruttivo! La guida era un ragazzo di 24 anni ( Chitty, qui il suo profilo ) e il gruppo era composto da noi tre più una mamma con figlia quattordicenne dalla Norvegia. Cinque turisti europei in giro per il quartiere di Okhla, una zona di interesse industriale dove varie aziende e multinazionali hanno fabbriche e capannoni. Ci si arriva comodamente in metropolitana in circa 40 min da Connaught Place. É periferia, si arriva in una strada polverosa, piena di bambini piutto

Novola di Smog

  Qui è realta più che metafora. Delhi è coperta da una cappa di smog odoroso che si appiccica ai vestiti, ai capelli, alla pelle del volto. Si arriva a sera odoranti di fumo. In più, al calare del sole, sale una foschia, a volte vera nebbia, che, come a Milano, avvolge tutto e impregna le cose. L'odore penetra nella camera d'albergo e fa bruciare gola e occhi di notte, come se si dormisse in una camera fumatori. Tornato il sole e svanita la foschia, pure l'odore diminuisce fino a scomparire. Rende la città più ovattata, più coerente con il resto: con i suoni assordanti e invasivi, gli abitanti delle strade frenetici e arroganti, i tanti maschi sempre a caccia di affari al limite del molesto. La nuvola di smog avvolge, uniforma, intossica tutto e tutti: ricchi e poveri, Modi e l'ultimo degli sconosciuti, baracche e alberghi 5 stelle. La democrazia dell'odore e dell'inquinamento.

Polvere e persone

  Primo gennaio. Al mattino poche persone in giro e New Delhi sembrava vivibile. Nella spianata tra la porta dell'India e l'ex Palazzo del Viceré c'era varia umanità pronta a vendere cibi della festa, suvenir e a offrire trasporti in tuk tuk (sorta di risciò a motore). Musica filodiffusa in stile bollywood e gruppi di donne in sari con bambini scuri e polverosi, intente a costruire un muro di mattoni rossi a poca distanza dal gate. I tuk tuk sono comodi ed economici, si rischia la morte ma i conducenti spaziano dal quello gentile a quello silenzioso, all'altro arruffone e sornione che cerca di rifilarti tour e itinerari classici. Abbiamo visitato la tomba di Humayun, imponente, bella, curata, nell'usuale stile moghul. Una famiglia hindu ha voluto farsi un selfie con noi (animali rari in una Delhi piena di turisti ma pochissimi occidentali, immagino tutti diretti nel sud a Goa e nei posti caldi di mare). Poi siamo andati nel bagno di folla del Tempio di Loto, an